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I siluri sotto rete che diedero lustro al volley fiorentino

22 Mar

Il racconto – Ieri e oggi

di Marco Massetani

La Ruini ha vinto, Vannucci ha deciso” titolò il Corriere dello Sport. Campionato di volley maschile serie A, stagione 1971/72. Al palazzetto ITI di via Benedetto Dei (oggi PalaMattioli) la squadra dei Vigili del Fuoco sconfigge al quinto set gli eterni rivali della Panini Modena. L’impresa porta la firma di uno schiacciatore classe 1950, fiorentino doc del Poggetto, 200 centimetri esplosivi di potenza e atletismo. “Quella sera schiacciai davvero tutto, anche le palle sottorete” ricorda Piero Vannucci, ex azzurro della pallavolo e indimenticabile gigante della mitica Ruini con la quale conquistò due dei cinque tricolori che hanno segnano la breve e gloriosa storia del club. “Cosa c’era di magico in quella squadra? L’intraprendenza imprenditoriale del fondatore, il vicecomandante e architetto Luigi Gherardelli che costruì in città un miracolo sportivo – continua Vannucci – Poi in quegli anni Firenze era una delle poche sedi ISEF in Italia, quindi la società aveva la possibilità di spostare i più grandi giocatori. Così arrivarono Nannini, Mattioli, Salemme, e questo permise la valorizzazione di atleti del territorio. Se fossi nato da altre parti, forse sarei rimasto un buon giocatore, niente più.  Invece sono diventato perfino il primo pallavolista fiorentino ad avere un tifo personalizzato”.

Dopo due scudetti cuciti sul petto, 50 presenze in Nazionale, un’esperienza fugace a Catania, il rientro alla Ruini in B, la promozione in massima serie e infine l’ultima, definitiva retrocessione preludio alla fine del club, Piero Vannucci a 27 anni e con in tasca una laurea in lingue straniere volta una pagina della propria vita. “Non avevo il phisique du rôle per fare l’allenatore, quanto semmai il dna del dirigente – dice – Ho fatto ingresso in un mondo nuovo che si adattava bene alle mie caratteristiche, sono uno a cui piace entrare nei problemi, condividerli, insomma sono sempre stato portato per le pubbliche relazioni”.

Il legame con la città natale non si incrina nemmeno di un centimetro. Piero Vannucci entra nel settore della pubblicità lavorando per un evento fieristico, il Florence Gift Mart. “Cominciai come esterno, poi venni assunto – continua – Facevo il coordinatore della manifestazione occupandomi di pubblicità e allestimenti, sono cresciuto insieme alla struttura, prima dal 1977 al 1981, poi di nuovo dal 1984 al 1990 quando la fiera conobbe il suo momento di gloria con quei 1500 operatori stranieri che venivano a Firenze, numeri da far invidia al più celebre concorrente nazionale, il Macef di Milano. Conferimmo all’evento un taglio artistico, inventando mostre collaterali su temi storici o merceologici”.

L’allestimento di mostre diventa la specializzazione di Vannucci anche quando nel 1990 l’ex pallavolista Ruini passa a Sogese per la quale lavora 10 anni. E ancora i numeri sono forti, come i vecchi siluri schiacciati oltre la rete. “Registrammo 204.591 visitatori totali nell’edizione 1997 della Mostra dell’Artigianato, 44.535 visitatori solo nella giornata del 1 maggio del 1998 – ricorda – Firenze viveva una grande effervescenza. Noi eravamo davanti agli altri ma ammettiamo pure che gli altri erano dietro a noi. Il nostro passato ci permetteva di produrre idee che diventavano avanguardia, poi le altre città hanno recuperato in strutture, e noi siamo rimasti fermi a bellissimi padiglioni storici non più al passo con i tempi”.

L’attuale attività di Piero Vannucci è l’ennesima tappa del suo percorso vocazionale nel mondo degli eventi, della comunicazione e delle pubbliche relazioni. “Nel 2000 sono diventato socio della Promopoint, ora Sicrea – continua – La società è a Campi Bisenzio e ha una seconda sede a Ponte a Greve. Ci occupiamo a 360° di organizzazione di manifestazioni, dalla realizzazione di un sito web o di una specifica app fino agli allestimenti. Nella struttura lavorano un giornalista, un operatore televisivo, alcune grafiche esterne. L’idea è quella di fornire un progetto confezionato al cliente finale. Alcune iniziative sono destinate alla Coop Toscana, abbiamo lavorato anche per l’ACF Fiorentina e per sede regionale RAI. Che aggiungere, non sarei mai potuto restare chiuso in un ufficio, sento sempre la necessità di interessarmi a mondi diversi, credo che l’importante sia non cristallizzarsi. Ho 70 anni e conservo l’entusiasmo di un trentenne”.

La passione per lo sport è rimasta dentro al campione di volley che oggi ricopre la carica di consigliere nazionale dell’Associazione Nazionale Atleti Olimpici Azzurri d’Italia. “Lo sport è un valore e noi puntiamo a organizzare iniziative anche per i giovani e per gli studenti – conclude – Il volley? La Toscana è una regione strana, che si esalta per il calcio di vertice. E investire negli altri sport, come il volley, non paga. Pensiamo alle due squadre femminili di serie A1 del Bisonte San Casciano e della Savino Del Bene Scandicci. Se esistono, è solo grazie a due imprenditori illuminati”.

Corriere Fiorentino, 22 marzo 2021

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